Esiste una dieta per il colon irritabile?

Sempre più persone si rivolgono a me per risolvere problemi di stitichezza, diarrea, alvo alterno, meteorismo, dolori e gonfiore addominale. I sintomi, che si acutizzano in particolari situazioni (cambio di stagione, stress, tensioni lavorative o famigliari, ansia…), influiscono negativamente sulla qualità della vita.
Il più delle volte si tratta della sindrome del colon irritabile (IBS) che colpisce circa un italiano su cinque. Adesso vi spiego che cos’è e come la dieta può aiutarvi.

La sindrome del colon irritabile è un disordine funzionale dell’apparato gastrointestinale che causa sintomi ricorrenti, che migliorano dopo l’evacuazione.

I sintomi sono:

  • gonfiore
  • meteorismo
  • dolore all’addome
  • crampi
  • stipsi o diarrea (o alternanza di entrambi)

Questi sintomi si possono accompagnare anche a stanchezza e affaticamento.

Perché si possa parlare di sindrome del colon irritabile o colite i sintomi devono presentarsi per almeno tre giorni al mese per circa sei mesi.

Le cause dell’IBS non sono ben definite e la terapia si basa principalmente sulla dieta e sullo stile di vita.
La dieta nella gestione della sindrome del colon irritabile è estremamente importante.

La dieta che viene spesso consigliata è la dieta LOW FOD MAP (a basso contenuto di FOD MAP).
I FOD MAP sono quei carboidrati che vengono assorbiti molto poco a livello dell’intestino, hanno un potere osmotico elevato (richiamano acqua) e vengono fermentati rapidamente dai batteri intestinali portando facilmente a disturbi tipici della sindrome del colon irritabile.

Quali sono i FOD MAP e in che alimenti di trovano

Fruttani e Galatto-oligosaccaridi: si trovano principalmente nel grano, nella segale, nella cipolla e nell’aglio e nei legumi.

Lattosio: latte e formaggi freschi

Fruttosio: si trova in eccesso rispetto al glucosio in alcuni tipi di frutta come la mela, la pera nel miele.

Sorbitolo, mannitolo, maltitolo, xilitolo etc.: si trovano in alcuni tipi di frutta come la prugna e la pescha e verdura come i funghi. Si trovano anche nei prodotti industriali senza zucchero (biscotti, merendine, caramelle..).

Vi lascio una tabella (in inglese) estrapolata da un articolo scientifico del 2012 pubblicato su Gastroenterol Hepatology in cui ci sono elencati gli alimenti ricchi in FOD MAP.

All’inizio la dieta FODMAP prevede l’esclusione per 2 – 4 settimane di tutti questi zuccheri contemporaneamente: solo così si avrà un miglioramento dei disturbi intestinali. Successivamente verranno re – introdotti per capire quali sono gli alimenti che si riescono a tollerare e in che quantità. Di questi zuccheri, ogni individuo riesce a tollerare un quantitativo complessivo differente: non esiste una indicazione dietetica standard valida per tutti.

Perché alcune volte la dieta FOD MAP non funziona?

Perché non è solo l’esclusione dei FOD MAP che riduce la sintomatologia, ma sono anche altre caratteristiche della dieta e lo stile di vita. Per questo è fondamentale affidarsi ad un nutrizionista che possa personalizzare la terapia nutrizionale.

La dieta, oltre che povera di FOD MAP deve

  • essere anti infiammatoria
  • contenere alimenti che aiutano il ripristino della barriera intestinale
  • escludere tutto ciò che può irritare l’intestino
  • essere ricca di nutrienti e di micronutrienti (sali minerali, vitamine e antiossidanti)
  • essere varia

Ovviamente è importante aver escluso patologie che possono avere sintomi simili alla sindrome da colon irritabile, come l’endometriosi, l’allergia al nichel, la celiachia, la SIBO (crescita batterica eccessiva a livello dell’intestino tenue), infezioni batteriche o parassitarie.