Alimentazione durante l’allattamento

L’allattamento al seno ha un ruolo fondamentale per la salute della mamma e del bambino. Attraverso il latte materno, il piccolo acquisisce tutti i princìpi nutritivi fondamentali per la crescita, gli anticorpi necessari per difendersi dalle infezioni, i fattori ormonali coinvolti nel meccanismo di regolazione del rapporto fame-sazietà.

Il latte materno è in assoluto il nutrimento migliore per un bambino, perchè è fatto su misura per lui.
Inoltre è comodo, non necessita di alcuna preparazione ed è sempre disponibile. Questo garantisce al bambino, in ogni momento, un adeguato nutrimento.
Oltre a questi benefici a breve termine, è stato dimostrato che i bambini allattati al seno presentano un rischio ridotto di ipertensione, di obesità, di diabete mellito di tipo 2 e di dislipidemie.

L’allattamento al seno offre dei benefici anche alle madri: riduce il rischio di sviluppare tumori al seno e alle ovaie, favorisce la contrazione post-partum dell’utero, favorisce la perdita di peso e rafforza la relazione madre-bambino.

Il primo latte, quello del primo, del secondo e terzo giorno dopo il parto, si chiama colostro. E’ un liquido giallastro molto ricco in proteine, sali minerali e anticorpi. I giorni successivi, il latte si arricchisce in grassi e in zuccheri per far fronte alle necessità energetiche del bambino, che sono massime nel primo mese di vita.

L’alimentazione della nutrice, soprattutto dopo le “fatiche” della gravidanza e del parto, è importante per assicurare la completezza nutrizionale del latte.
In termini energetici, l’allattamento è un lavoro molto più gravoso rispetto a quello della gravidanza e richiede un maggior fabbisogno calorico. La mamma che allatta, per non uscire debilitata da questo periodo, deve nutrirsi correttamente, altrimenti preleverà nutrienti, soprattutto calcio, dalle sue riserve.
Il fabbisogno energetico legato all’allattamento è stimato in base alla produzione giornaliera di latte (100 ml di latte materno contengono circa 70 kcal).

Per produrre 850 ml di latte (600 kcal) la nutrice ha bisogno di almeno 750 kcal.
E’ stato calcolato che il costo energetico aggiuntivo dell’allattamento è di circa 500 kcal al giorno perché si utilizzano anche i depositi accumulati durante la gravidanza.
Le indicazioni per eventuali riduzioni caloriche devono tuttavia essere adattate alle necessità individuali, tenendo conto anche dell’aumento di peso al termine della gravidanza, per evitare che la nutrice aumenti ulteriormente di peso durante l’allattamento.

L’aumentata richiesta di vitamine e di sali minerali può essere soddisfatta senza ricorrere all’uso di integratori purchè la dieta sia ricca e varia.
Bisogna prestare particolare attenzione all’apporto di calcio perché, se l’apporto con la dieta non è sufficiente, l’organismo, pur di mantenere costante il contenuto di calcio nel latte, utilizza i depositi della madre con conseguente riduzione della densità ossea.
Gli alimenti ricchi in calcio sono i latticini (latte, ricotta, yogurt e formaggi) il sesamo, le mandorle e l’acqua. Attenzione a non esagerare con i formaggi stagionati perché contengo tanto sale, quindi tanto sodio e il sodio aumenta l’escrezione di calcio con le urine. Il calcio contenuto nell’acqua è assorbito al 100% e quindi l’acqua è la migliore fonte da cui prendere questo prezioso minerale. L’acqua è anche importante perché è la componente predominante del latte e ne costituisce l’87 % circa. Per tutte queste ragioni la mamma che allatta deve aumentare l’assunzione di acqua arrivando a berne almeno a 2 litri al giorno, privilegiando quella ricca in calcio, cioè quella che ne contiene più di 200 mg per litro.

La migliore dieta possibile è un’alimentazione equilibrata, bilanciata e varia.
Bisogna sempre introdurre gli alimenti nelle giuste percentuali, considerando l’aumentato fabbisogno di energia, di proteine e di sali minerali come calcio, iodio, magnesio, zinco e di tutte le vitamine (in particolare A e D).
Una dieta sana è ricca di alimenti naturali e di un’ampia scelta di frutta e di verdura che costituiscono un grande beneficio per il bambino e gli consentono di conoscere e acquisire, fin da piccolo, nuovi sapori.

Ogni pasto deve essere costituito da:

– una porzione di carboidrati complessi (pane, pasta, riso, orzo, farro, quinoa, patate, ecc)

– una porzione di proteine (legumi, carne, pesce, uova e formaggio) la cui assunzione deve essere aumentata di circa 21g nei primi tre mesi e di 14 g nei mesi successivi.

– una porzione di verdura e/o frutta.

Ad ogni pasto non deve mancare l’olio extravergine d’oliva, meglio se aggiunto a crudo.

 

 

Il piatto sano

 

Ecco le regole principali per l’alimentazione della mamma che allatta:

  • Avere un’alimentazione ricca, bilanciata e varia.
  • Mangiare almeno 5 porzioni tra frutta e verdura al giorno.
  • Privilegiare l’olio extravergine d’oliva e la frutta secca come fonti di grassi.
  • Consumare almeno 2 litri al giorno di acqua perché è uno dei costituenti principali del latte materno.
  • Utilizzare acque ricche di calcio, a supporto dell’aumentato fabbisogno di calcio.
  • Per facilitare l’assunzione di liquidi aumentare il consumo di tisane. Quelle a base di camomilla e di melissa, ad esempio, hanno un effetto rilassante e calmante sia sulla mamma che sul bambino.
  • Evitare il consumo di alcolici perchè inibiscono la montata lattea e provocano nel bambino sedazione, ipoglicemia, vomito e diarrea.
  • Ridurre il consumo di caffeina: caffè, tè e bevande a base di cola potrebbero causare nel neonato irritabilità e insonnia. Preferire, nel caso, prodotti decaffeinati o deteinati.
  • Moderare il consumo di zuccheri aggiunti perchè forniscono un eccesso di calorie e favoriscono l’aumento del peso corporeo.
  • Moderare il consumo di alimenti elaborati e industriali a favore di quelli naturali e preparati in casa.

 

allattamento al seno

 

FALSE CREDENZE
Sul tema allattamento ci sono una serie di credenze che si tramandano di generazione in generazione.

Vediamo quali sono:

La birra aumenta la produzione di latte.

FALSO. La birra non ha nessun ruolo nel favorire la secrezione di latte, lo rende amaro e quindi sgradito al bambino. Inoltre l’alcol può passare nel latte.

Le coliche del bambino sono dovute al consumo di latte e latticini da parte della mamma.

FALSO. Le coliche dei neonati sono fisiologiche e dovute all’immaturità dell’intestino. Nella maggior parte dei casi, intorno ai 3 mesi il disturbo scompare spontaneamente. A proposito delle coliche è giusto sottolineare che il latte materno, essendo più digeribile del latte artificiale, ne può ridurre l’intensità e la durata.

Il gusto del latte è influenzato dagli alimenti consumati dalla mamma.

VERO. Alcuni alimenti assunti dalla mamma, come ad esempio aglio, porro, scalogno, cipolla, peperoni, carciofi, spezie, sedano, asparagi, curry, formaggi dall’aroma intenso e zenzero, possono rendere sgradito il latte al bambino. Tuttavia, se la mamma ha assunto regolarmente questi alimenti durante la gravidanza, le sostanze aromatiche in esse contenute sono passate nel liquido amniotico e quindi sono già state “assaggiate” dal feto che probabilmente si è abituato al loro gusto, così la mamma non avrà la necessità eliminarli dalla sua alimentazione. In generale, l’eliminazione di questi alimenti dalla dieta della mamma va decisa in base alla reazione del bambino alla poppata. Infatti le risposte del lattante possono essere diverse: può rifiutare il seno perché non gradisce il sapore del latte, può mostrare indifferenza o, addirittura, maggiore gradimento.